Posts written by crep

Posted: 20/12/2015, 01:30

VIAGGIO A SILENT HILL - TEST - Test ed Esperimenti

In questi ultimi tempi ho lavorato a lungo su un piccolo progetto, una sorta di viaggio virtuale volto alla conoscenza di se stessi. Questo test è strutturato quasi come un "gioco di ruolo", non saprei bene se è questo il giusto termine. Al partecipante viene proposto un percorso fatto di domande in cui dovrà calarsi nel contesto infero di Silent Hill, cittadina fantasma in sospeso fra sogno e realtà, abitata da strane creature e patrocinata da Dei del Giudizio. Il test è stato creato per essere eseguito anche da chi non conosce assolutamente Silent Hill, giacchè il contesto silenthiliano è stato sfruttato solo come ambientazione.
Non voglio darvi anticipazioni sui possibili risultati, vi dico soltanto che esistono ben 21 profili differenti e che quindi ogni personalità ha modo di esprimersi e scoprirsi in maniera meno banale di tanti altri testi limitati al classico A, B e C. Spero vi piaccia e soprattutto vi sia utile. Sarò lieta di sapere cosa ne pensate a fine esperimento.
Che dire... BUON VIAGGIO VIANDANTI!
JCrep

metti alla prova te stesso con questo Test. Entra a Silent Hill

Posted: 26/11/2015, 02:46

QUESTIONARIO DI PROUST - Test ed Esperimenti

IL QUESTIONARIO DI PROUST - Esercizio Introspettivo

Il Questionario di Proust è una batteria di domande che ogni persona rivolge a se stesso, non un test psicologico ma una sorta di dialogo interiore guidato, un’auto intervista introspettiva volta al conoscersi meglio. Il questionario è stato spesso modificato, ridotto ed ampliato, giacchè il metodo si presta facilmente a rivisitazioni a seconda dei contesti. Risponderò al questionario sottostante e vi propongo di fare altrettanto, magari taggando su facebook o in privato tre persone a cui proporrete di fare lo stesso. Non ho mai amato le catene, perché spesso sono inutili e idiote. Ma in questo caso, se lo scopo è ispirare altre persone all’introspezione, anche la catena diventa un’idea interessante. Se invece siete più riservati, allora evitate la pubblicazione ma provate comunque a farlo. Potrebbe esservi utile. Anche se è solo “un gioco”.

Copiate anche voi le domande, rispondete e taggate tre amici, invitandoli a taggare tre amici a loro volta. Essendo io la prima non taggo nessuno... vi invito tutti!

QUESTIONARIO

Il tratto principale del mio carattere
In un carattere non credo sia semplice trovare un “tratto principale”. Significherebbe trovare la base su cui si fonda ogni altra nostra caratteristica e non è facile. Ma se proprio dovessi risalire alla radice di ciò che sono forse direi il Pathos. La passione, il modo di vivere ogni cosa in maniera intensa e amplificata, sia nel bene che nel male. Quel ricercare sempre quel qualcosa in più. Quella fame di vita che porta a nutrire ma anche a divorare, quel fuoco che porta a scaldare, illuminare, ma anche bruciare e consumare. Una volta qualcuno litigando mi definì Caustica. Probabilmente è vero. Almeno ogni tanto.

La qualità che desidero in un uomo.
Semplicemente la capacità di essere tale, senza lasciarsi snaturare dalle tendenze ambigue della società odierna o dai malsani valori “morali” che più che spesso lo hanno trasformato in ciò che non era destinato ad essere. Se poi si parla di uomo ideale, inteso come “gusto personale di donna”, allora aggiungerei una dignitosa sicurezza in se stesso non ostentata, una passione tanto viva quanto abissale, strisciante e silenziosa; la determinazione, il coraggio e la coerenza nel perseguire i propri obbiettivi, l’innato senso di protezione verso ciò che ama e l’istintiva volontà di lottare per ciò in cui crede. Un uomo sensibile ma mai debole, un guerriero instancabile ma sempre interiormente elegante.

La qualità che preferisco in una donna.
La femminilità. Mi piace una donna che ama la sua natura senza snaturarsi. La donna che profuma di libertà e di vita, del tutto consapevole che la vera forza è delicata, che sa combattere e resistere a ciò che stupidamente da millenni tenta invano di piegarla, senza tuttavia imbruttirsi e “appesantirsi” nel tentativo di emulare una natura che non le appartiene. Inoltre mi piace la donna completa che conosce ogni suo aspetto e lo accetta, senza ingrigirsi in falsi moralismi basati sul “come gli altri vorrebbero che ella fosse” anziché sul “come lei davvero è”.

Quel che apprezzo di più in un amico.
Un amico deve essere capace di sentire la tua presenza anche nell’assenza. Un amico deve semplicemente Esserci. In un amico apprezzo la capacità di viverti senza condizionarti, senza incatenarti in rapporti impegnativi e vincolati a pretese, manipolazioni e sensi di colpa. Il vero amico è lì per te tanto quanto tu ci sei per lui, senza secondi fini o interessi. C’è nel momento del bisogno e non si esime mai dal dirti la verità, anche se fa male. Amico è chi, comunque vadano le cose, resta comunque al tuo fianco.

Il mio principale difetto.
La cosa che meno amo di me è l’essere spesso un po’ ingenua e credere troppo in chi non merita, cadendo spesso nel senso di dovere verso gli altri o nei sensi di colpa nei loro confronti. A volte mi rivelo troppo empatica e ciò mi porta a preoccuparmi più del dovuto dei sentimenti altrui, finendo così per mettere in secondo piano i miei. Se invece dovessi pensare al difetto che meno amano gli altri in me credo che sia il mio temperamento un po’ troppo sanguigno, che mi porta spesso ad avere reazioni imprevedibili, modi bruschi di dire le cose o all’eccessiva animosità nel portare avanti le mie idee. Ma sono comunque ascendente ariete con marte in ariete in prima casa… Sono dunque le stelle, non è colpa mia!

La mia occupazione preferita.
Mi piace l’arte. Non sono però così eccezionale da definirmi artista, quindi di solito preferisco definirmi come una “creativa”. Perché è proprio il principio della creazione a ispirarmi. L’idea che prima qualcosa non c’era e grazie alle mie mani e alla mia fantasia, ora c’è. Mi piace proprio l’idea dell’azione che in un certo periodo di tempo riesce a mutare una tela bianca in una tela dipinta, un blocco di pasta modellante in una statuetta, un pezzo di stoffa in un manufatto ricamato e cucito, un foglio vergine in una poesia. L’arte è assenza che diventa presenza.

La mia idea di perfetta felicità.
Credo che la vera felicità stia nel potere Scegliere. La libertà di fare ciò che davvero sentiamo senza sentirci limitati da fattori esterni. Poter dire Voglio senza essere ostacolati dai soliti Non Posso. Poter realizzare la propria volontà, realizzare i propri sogni e raggiungere le proprie vette e obbiettivi, che essi siano personali o volti ad ideali più alti. La Felicità inizia con lo stare bene con se stessi, anche soli, imparando davvero a conoscersi e ad amarsi. E, infine, il culmine della Felicità è potersi sentire finalmente a casa, senza più vivere da estranei nel mondo. Trovare un luogo, una persona, qualunque cosa che quando la tocchi ti fa dire: io abito qui. Io abito in te. Sei Casa.

La mia più grande paura.
Il rimpianto. Vedere che il mio tempo finisce e non essere riuscita a realizzare ciò che volevo o sentivo di dover fare. Sia a livello personale che per cose più grandi.

Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia.
Dimenticare. Dimenticare chi sono davvero, dimenticare i miei valori per farmi magari corrompere dal vuoto del mondo. Dimenticare i miei sogni, la mia passione, la mia fame di vita. E soprattutto dimenticare chi amo e ho amato. Perché se dimentichi qualcosa lo perdi. E se dimentichi qualcuno lo uccidi.

La mia più grande tentazione.
L’amore. La felicità derivante dall’amare ed essere amati. Che siano amici, compagni, figli, parenti. Se ami hai qualcosa da perdere e per chi come me sceglie di lottare e rischiare tutto per qualcosa di più grande, è meno doloroso non avere nulla da perdere. Quando hai qualcosa da perdere sei meno disposto a certi sacrifici. E lottare diventa più amaro e spaventoso. Tuttavia nella mia vita ho sempre ricercato il Vero. Mai amato troppo a lungo le culle d’illusione. E così, come lotto senza tirarmi indietro davanti alle difficoltà, allo stesso modo credo che se s’incontra l’amore non si debba scappare per paura di soffrire. Anche se ammetto che più che spesso vengo meno ai miei propositi e tento di proteggermene.

La mia massima stravaganza nella mia vita.
Sarebbe più facile trovare qualcosa di normale in me! Comunque dai, una stravaganza? Sono Satanista e non ascolto il Metal!

In che occasione dico bugie.
Odio le menzogne. Sono spesso deliberatamente stronza e inopportuna, arrivando a dire anche le verità peggiori, persino a me stessa. La verità va vomitata. Sono disposta al massimo a mentire soltanto per proteggere qualcuno o qualcosa a cui tengo. Ma sempre nei limiti dell’accettabile. Mi è capitato ad esempio di dire piccole bugie per coprire qualcuno, magari attribuendomi io stessa una certa colpa, ma certamente non ho mai mentito per ingannare.

La mia musa ispiratrice.
Satana. La Madre.

Il grande amore della mia vita.
Credo che il grande amore non sia nella vita ma nell’eternità. In ogni esistenza, in ogni condizione, in ogni luogo e tempo possibile. Quindi, chiunque sia il mio grande Amore, so per certo che è anche chi lo è sempre stato e soprattutto chi per sempre lo sarà. E spesso è così anche quando provi a vivere felice la tua vita e di Lui o Lei non rammenti nemmeno più in nome.

Un momento importante della mia vita.
Ne ho molti, la mia vita (come credo quella di tutti) è costellata di momenti centrali che vanno poi a determinare ciò che siamo destinati ad essere. Però, a parte ovviamente la mia Dedica dell’Anima a Satana, in questo momento mi viene in mente un episodio in cui ero per strada e non avevo dove andare. A causa di penose circostanze dovetti andarmene in fretta da un certo luogo e altrettanto in fretta feci il borsone e partii. Se non fosse che lungo la strada, in stazione, mi resi conto che era così pesante che faticavo ad avanzare. Allora aprii la borsa per vedere cosa cavolo ci avessi messo dentro e notai che era piena di cose inutili ma a cui ero affezionata. Trasferendomi spesso fin da piccola, avevo sempre perso tutto e tutti. E così nel tempo avevo accumulato sciocchezze, perché mi attaccavo a certi oggetti che magari mi rammentavano quel tale posto o persona persi lungo il cammino. Ma in quel momento osservai il borsone e capii che il peso del passato era così grande da non permettermi di avanzare verso il futuro. Da quel momento compresi che nel Mondo, nella Vita, occorre viaggiare leggeri. E tenere dentro di noi la Memoria e le cose importanti. Buttai tutto. E con stupore mi accorsi che in fondo non avevo perso niente. Perché io ero ancora lì, e pure ancora in piedi. (Eh sì, anche senza più nemmeno un paio di mutande di ricambio, ma questa è un’altra storia).

L’ultima volta che ho pianto davvero.
A Samhain, mezzanotte, sulla Rocca di Cerere, a Enna. Non so nemmeno io se era dolore per qualcosa che nemmeno capisco ancora bene o pura gioia di essere lì. So solo che fui investita da una marea di emozioni e per una volta mi sentii centrata nel mondo. Non era come nel quotidiano in cui mi sento quasi sempre una turista dinanzi alle stravaganti abitudini di un popolo non mio, bensì totalmente Presente e al centro della mia vita. In quel momento tutto aveva senso e sapevo che ero esattamente dove dovevo essere e chi dovevo essere. Esistevo in maniera “nitida”. E non saprei spiegarlo meglio di così.

L’ultima volta in cui mi sono sentita grata verso qualcuno.
Sono qualcuno che per natura (o forse per carenze del passato) non sa dare mai niente per scontato. Questo per dire che sarei grata anche a chi mi offre un gelato, (soprattutto se c’è sopra la panna montata). Tuttavia in questo momento mi viene in mente un episodio di qualche mese fa. Accade che vicino casa mia ci fu una rissa. Molto seria, chiamarono ambulanza e polizia. Era il caos. Uscii di casa non appena la folla si diradò e notai che proprio davanti alla mia porta era pieno di sangue. Fu orrendo, lo vedevo io, lo vedevano i vicini. Nessuno voleva sporcarsi gli occhi con quel sangue, figurarsi le mani. Siamo tornati a casa, disgustati, impressionati e ben felici di essere puliti da quel sangue. Poi verso le quattro di mattina, quando ormai il caos era finito e tutti dormivano sereni, nel silenzio qualcuno era davanti alla mia porta. Stava pulendo. Forse un semplice spazzino, chissà. Ma in quel momento per me era molto di più. Quella persona era colui o colei che aveva scelto di sporcarsi nelle tenebre per permettere a tutti di ritrovare pulito non appena sopraggiunta la luce del mattino. Capite ciò che intendo? Questa vicenda mi ha fatto capire che per mantenere un certo ordine, un certo equilibrio che permetta a tutti di stare bene e sentirsi "buoni", c'è sempre qualcuno nell'ombra che, senza mai avere gli onori di un eroe, deve sporcarsi le mani per mantenere il mondo pulito. E quel qualcuno spesso è visto male, perchè a chi vive nella luce non piace chi è sporco di merda e sangue. Anche se quel qualcuno è il custode dei loro incubi. E li tiene ben lontani da loro.
Non è facile spiegare bene la sensazione. So solo che provai per quell’individuo un’enorme gratitudine. Mi apparve immensamente nobile e coraggioso. E mi sentii amata, come se ci fosse qualcuno disposto a sporcarsi nelle tenebre affinchè io potessi mantenere intatto il mio candore.

La virtù di cui mi piacerebbe disporre.
Mi piacerebbe essere meno precipitosa e lunatica. E sicuramente mi piacerebbe saper disegnare dignitosamente! È qualcosa che amo ma aldilà dei contenuti fantasiosi, la mia mano è pari a quella di un bambino dell’asilo con deficit dell’attenzione e in overdose di zuccheri!

I miei punti di forza.
Non lo so ancora del tutto. Ma per ora diciamo che ho spesso fatto affidamento sull’intuizione, il coraggio e la grinta. E poi indubbiamente l’amore. Quando ami qualcosa sei capace di tutto e trovi la forza di tutto. Se ami non ti arrendi manco da morto.

La cosa più preziosa che possiedo.
I miei sogni. Tutti nella pancia. Come farfalle.

Quel che vorrei essere.
La vera me. Completa, che accetta la sua intera natura e recupera la sua intera memoria.

Il paese dove vorrei vivere.
Mah, vorrei poter vivere con orgoglio e fierezza nel mio. Vediamo se prima o poi ci riusciamo.

Il colore che preferisco.
Rosso scuro ma vivido.

Il fiore che amo.
Da piccola avevo un debole per le calle. Ora apprezzo molto l’Ageratum blu perché mi ricorda le mie farfalle blu che spesso sogno. Ma la mia preferita è sicuramente la Rosa rosa.

L'uccello che preferisco.
Il corvo. Lo sapevate che per i nativi americani il Raven (Dio Corvo) corrisponde al nostro Prometeo? Un Lucifero che ruba la luce per donarla all’uomo. E poi il mio Guardiano indossa una particolare maschera da corvo.

Animale preferito.
Il Cane e il Lupo. Che poi, diciamolo, il lupo è una cane all’ennesima potenza. Il lupo per me è un po’ la versione divina del cane.

Libro preferito.
Ho trovato piccole ispirazioni in tanti. Ma non prendo mai niente come oro colato, non sono per “i libri rivelati”. La vera rivelazione è dettata dall’anima e dall’esperienza. E comunque ritengo che i libri migliori siano quelli sono stati dati alle fiamme da chi appunto non voleva che leggessimo i libri migliori.

I miei poeti preferiti.
Quelli che nessuno conosce. Che vivono ai margini del cerchio, come reietti, ma poi ti guardano negli occhi e ti cantano la vita.

I miei eroi nella finzione.
Walter Sullivan. Un po’ lunga da spiegare.

Miti e leggende preferite.
Il Ratto di Persefone e la Discesa negli Inferi d’Ishtar.

Musicista o cantante preferito.
Ligabue. Ha accompagnato la mia vita. Alcune sue canzoni son persino stati Segni per me. È un poeta e come tale, senza manco saperlo, parla all’anima. Giusto così. La musica è un dono e ci salverà tutti.

I miei pittori preferiti.
Quelli che quando dipingono o disegnano è come se scopassero. Svuotano sulla tela tutto il loro piacere e creano vita. Anche se magari il loro nome non lo conosce nessuno perché della fama o del denaro gli importa meno che dell’orgasmo insito nel loro stesso Creare . Se poi parliamo più concretamente a me piace moltissimo la mano di Roberto Ferri. Anche se son delusa che per restare alla storia abbia accettato di fare il ritratto dell’attuale super papa.

Eroi ed eroine che preferisco della storia.
Il purtroppo poco noto Andrea Fortebraccio e la saggia e coraggiosa Ipazia.

Eroe vivente che preferisco.
Tutti quelli che hanno il coraggio di essere tali anche quando nessuno li vede.

Personaggio storico con cui m’identifico di più.
Bah, qualcuno mi ha detto che gli ricordo Hitler, ma non ho ben capito se il suo intento fosse offendermi o farmi un complimento! Ironia a parte, mi ritrovo in diversi aspetti con la grande Regina Semiramide.

I miei nomi preferiti.
Femminili Demetra e Ametista. Maschili Ares e Lapislazzuli. Sono in fissa con i nomi di pietre. Chiedo venia.

Quel che detesto più di tutto.
La stasi. La rinuncia. Lo scegliere di stare fermi per paura o pigrizia. Che sia restare fermi nel proprio dolore, nelle proprie debolezze, nei propri dogmi. Detesto chi sceglie di arrendersi all’apparente grandezza dell’ovvio per timore di rischiare, di tentare, di cambiare. Questo genera repressioni, genera mostri, genera ristagno e odore di acqua putrida. Mentre per me la vita è acqua limpida che scorre impetuosa, magari picchiando di tanto in tanto contro qualche roccia, ma se non altro viva e pulita. La vita è nel movimento. Nella stasi c’è la morte.

L'impresa militare che ammiro di più.
Ultimamente durante una particolare meditazione il mio Guardiano mi ha dato il nome di un popolo a cui fu legato. Capita spesso che gli Dei possano darci indizi per ricostruire la loro storia, o per lo meno questo accade a me con Andras. Ebbene il nome del popolo fu “Scythi”. Curiosa la mattina dopo andai a cercare su internet e scoprii che erano una popolazione reale, di origine indoeuropea seppur avessero tratti stranamente europei. Scoprii che erano un popolo nomade, di abilissimi cavalieri, guerrieri molto cruenti ma anche grandiosi artisti. Erano politeisti ma i loro Dei principali erano una Grande Dea raffigurata per metà serpente, a cui erano sacri il cane e il corvo, e il Dio della Guerra, l’unico per cui erigessero templi e statue. Ovviamente trovai molte correlazioni con il mio Guardiano e la cosa mi stupì piacevolmente. L’impresa militare che mi ha più colpita è stata ovviamente quella che li vede protagonisti contro Dario I di Persia. Gli Sciti furono forse il popolo che più gli diede filo da torcere. Loro ammettevano candidamente che non avevano nulla da perdere, non avevano una terra o una città da difendere, quindi semplicemente si divertivano a ostacolare la sua campagna di colonizzazione quando meno se lo aspettava, sempre con attacchi rapidi e poi di nuovo fuga. Erano talmente divertiti che talvolta permisero ai Persiani di rubare il loro stesso bestiame giusto per non farli scoraggiare e indurli così a restare nei loro territori anziché ritirarsi. Dario fu molto logorato da questi Sciti, che proprio non riusciva a comprendere. L’impresa militare più incredibile fu quando gli Sciti e i Persiano stavano per scontrarsi finalmente in una battaglia diretta e decisiva. Ma gli Sciti, essendo cacciatori, videro passare proprio in quel momento una lepre e se ne fregarono così di Dario correndo via all’inseguimento della lepre, umiliandolo e lasciandolo lì con i suoi uomini. Se fossi in voi approfondirei la storia di questo misterioso popolo. È persino spesso citato nella Bibbia, anche se ovviamente in modo negativo.
“Gli sciti praticavano la stregoneria e lo sciamanesimo e adoravano il fuoco e una dea madre”. - Deuteronomio 18:10-12 -

Il dono ideale che vorrei ricevere.
Il dono ideale è sempre quello che senti fatto su misura per te. Una persona potrebbe anche regalarmi un gioiello da migliaia di euro che, in quanto anonimo, non avrebbe alcun valore rispetto a un regalo, magari a costo zero, che però è chiaramente pensato per te, fatto da qualcuno che davvero dimostra di conoscerti e sa chi sei e cosa ami.

Come vorrei morire.
Con onore.

Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza.
Quelle che vengono definite tali soltanto dalla morale umana e non da quella dei veri Grandi Dei.

Stato attuale del mio animo.
Sospesa. Una stellina errante sospesa fra Giorno e Notte… nel Crepuscolo.

Una canzone.
Nothing else metter dei Metallica. Soprattutto per il testo che mi ha accompagnato negli anni, nella mia Ricerca di Memoria.

Il mio motto.
“La Verità è come la flebile luce di una candela. Non potrai mai vederla nel bagliore accecante di una falsa luce ma solo nella più profonda oscurità”.
La scrissi da ragazzina ed è diventata un po’ una base da cui partire. Una sorta di preludio a quello che poi crescendo avrei meglio capito, ossia che non c’è Alba se prima non passi per la Notte. Attraverso l’Inferno, il Paradiso.

Posted: 20/7/2015, 01:51

GIOCO DELLA DEPERSONALIZZAZIONE - Test ed Esperimenti

GIOCO DELLA DEPERSONALIZZAZIONE

Fase 1:

Il gioco consiste nel rispondere istintivamente alle seguenti 15 frasi interrotte. Fatelo senza leggere il contenuto della seconda parte presente negli spoiler sottostanti. Fatelo, scrivendovi le risposte su pc o a penna.

CITAZIONE

1- Si dice che...
2- Si fa sempre...
3- Non si può mai...
4- Si pensa sempre che...
5- Si teme che...
6- Si vuole sempre...
7- Si deve sempre...
8- Si ha sempre...
9- Non si ha mai...
10- Si é sempre...
11- Non si é ancora...
12- Si crede che...
13- Si pretende...
14- Si cerca sempre...
15- Si sa che....

Fase 2:

La seconda fase (non leggetela se non avete fatto la prima o il test sarà inutile), consiste nel trasformare queste frasi sostituendo la forma impersonale "si" con il personale "io". Una volta riscritte tutte le frasi nella forma Personale, leggetele ad alta voce. Ovviamente l'effetto è migliore se avete qualcuno che può farlo a voi, riscrivendovi direttamente le frasi e facendovele trovare davanti, proprio come io ho fatto a una cinquantina di ragazzi su Facebook. In ogni caso questo gioco potrete farlo voi ad altri. Le Frasi girate al personale spesso potrebbero non piacere a chi le aveva scritte nella forma impersonale, potrebbe non riconoscersi o addirittura irritarsi. Altre volte invece potrebbe restarne colpito e riflettere molto su se stesso.

Conosci te stesso e conoscerai il mondo.

RISULTATI DEL TEST SU FACEBOOK

Andrea Crox Tramonto